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i Fiammiferi - S05E01 - Go Dante Go Go Go Go Dante Go Go Go
Jersey Vice: puntata “pilota” il 25 novembre Alessio Giorgetta
Il ritorno dei Jennifer Gentle è sicuramente uno egli eventi più esaltanti per la musica italiana in questo 2019: da quasi 10 anni stavamo, infatti, aspettando questo disco e, diciamolo pure, l’attesa non è stata tradita. Il disco omonimo suona alla grande, un’ora in cui i 17 brani che compongono il disco omonimo si sondano tra psichedelia pop e sperimentazione ad ampio spettro. Un disco che rispecchia accuratamente la ventennale rivoluzionaria carriera della band.
Per me l’attesa è stata ancor più frenetica, tanto per il disco (che amo!) quanto per la smania di rivederli live. Si perché riuscite ad immaginare quanto I Jennifer Gentle, gruppo tanto psichedelico quanto eccellente in scrittura e composizione, riesca a prendere ogni senso del tuo corpo dal vivo? Sarà che li aspettavo da quel 2012 ad Arezzo quando, sotto l’effetto di funghi magici raccolti il pomeriggio nelle foreste Casentinesi, fui totalmente rapito dalla voce di Fasolo e dai riff ipnotici che adornavano il set. Immaginate la gioia nell’apprendere che il Lumiere avesse inserito il loro live nel programma di ottobre (menzione d’onore per la splendida programmazione che sta inanellando il locale Pisano).
Arriviamo che sul palco si sta esibendo Tōru, nome d’arte di Elia Vitarelli, gioca in casa il Pontederese già attivo nella band Fiori di Hiroshima, al debutto come solista dimostra di avere tutte le carte in regola per fare il salto di qualità ed arrivare al grande pubblico. Da tenere d’occhio.
Prendiamo una birra mentre si fa un veloce cambio palco e dopo un po’ un loop drone-elettronico annuncia che il gran momento è arrivato. Ad uno ad uno salgono tutti i componenti della band, stile impeccabile nei loro outifit anni ’70. Uno ad uno iniziano suonando il proprio strumento e capiamo già che non sarà un concerto ma una vera e propria messa psichedelica.
Il live è un susseguirsi di brani del nuovo album (Beautiful Girl, Temptation, una scatenatissima Guilty) e successi storici della band (I Do Dream You subito in apertura dopo l’intro psych di rito ma anche una divertentissima Take My Hand e My Memorie’s Book da quel Funny Creatures Lane che li ha proiettati direttamente verso l’universo Sub Pop). Finale epico con corda della chitarra di Fasolo che salta e una versione prolungata di uno dei pezzi più coinvolgenti dell’ultimo album, You Know Why.
Al banchino non ci sono vinili, peccato, ma va bene così. Alla fine i Jennifer Gentle sono fedeli alla linea, fanno ciò che vogliono e lo fanno alla grande senza seguire trend o mode del momento. Sono fuori moda, anzi, oltre la moda. I Jennifer Gentle sono il loro personalissimo stile: un grande stile.
Francesco Marinelli
Written by: Francesco Marinelli
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