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Niccolò Fabi @Pistoia Blues 2017

today21 Luglio 2017 3

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Giovedì 13 luglio, a Pistoia, non ho assistito ad un semplice concerto, ma alle commoventi confessioni di un uomo. Un uomo, fine cantautore e talentuoso musicista, capace di salire sul palco e di mettere a nudo le proprie debolezze, il proprio dolore, le proprie gioie e le più profonde e inconfessabili emozioni. Il tutto di fronte a migliaia di persone. Il tutto espresso con parole misurate, attentamente ponderate e, al contempo, di una delicatezza e d’una sensibilità estreme,fuori dal comune. Complice anche il suggestivo scenario offerto da Piazza Duomo, è stato dunque impossibile rimanere immuni al contagio di questa carica emozionale fatta di musica e versi e capace di far vibrare le corde più recondite dell’animo umano.
Questo è quanto è riuscito a fare Niccolò Fabi, di tappa al Pistoia Blues in occasione di “Diventi Inventi 1997-2017”;, il tour con cui sta celebrando in tutt’Italia i vent’anni di una carriera arrivata inaspettatamente all’apice con “ Una somma di piccole cose” (2016), opera intimista incensata dal pubblico e dalla critica (Targa Tenco 2016 per la categoria “Album dell’anno”). Il cantautore romano ha ripercorso, in modo non cronologico, le tappe della sua ventennale esperienza, facendo un bilancio della sua storia musicale e mostrando agli spettatori “il disegno che compare unendo i punti” più importanti del suo percorso d’artista e di uomo.
Si è passati da brani “più leggeri” come Il giardiniere, estratto dall’omonimo disco d’esordio del 1997, da cui attinge anche le più blasonate Rosso e Capelli, alle liriche più toccanti, impegnate e melodicamente avvolgenti tratte dall’ultimo album, come Una Somma di piccole cose, Ha preso la città, Filosofia agricola, Non vale più, Una mano sugli occhi e Facciamo finta. Non potevano mancare poi i pezzi più celebri ed emozionanti del suo repertorio: È non è (2003), forse il brano della svolta e del salto di qualità artistico dell’autore, Costruire (2006), pezzo della maturità e della consacrazione, ed Ecco e Una buona idea, pubblicati nel 2012, a due anni di distanza dalla tragica morte della figlia, avvenuta il 3 luglio 2010 per una meningite fulminante. Un evento, questo, che
ha segnato profondamente Niccolò e i suoi testi. Ma la scrittura e la musica lo hanno probabilmente aiutato ad elaborare il lutto e a dare nuovo slancio alla sua produzione artistica, arricchita dalla collaborazione con gli amici di sempre, Silvestri e Gazzé – da cui è nato Il padrone della festa (2013) – e coronata dall’ultima, succitata pubblicazione discografica. Dell’esperienza con gli altri due cantautori romani però, a differenza di quanto fatto all’anfiteatro di Fiesole l’anno scorso (Giovanni sulla terra), non ci dà nessuna testimonianza musicale sul palco, peccato!
Dopo aver suonato pezzi più ballabili e cantabili, come Lasciarsi un giorno a Roma (1998) e Vento d’estate (1998), con Lontano da me ha concluso nel migliore dei modi la sua confessione in forma di concerto e, assieme a lui, tutto il pubblico ha avuto modo di acquisire maggiore consapevolezza e coscienza di sé, guardandosi dentro, volgendo lo sguardo all’indietro e ripercorrendo le tappe più importanti del proprio cammino. “Perché”, come recita in quest’ultimo brano, “alla giusta distanza la vista migliora”.

Scaletta
Il giardiniere
Una somma di piccole cose
Ha perso la città
Solo un uomo
Filosofia agricola
Non vale più
La promessa
10 centimetri
Rosso
È non è
Ecco
Le chiavi di casa
Una mano sugli occhi
Il negozio di antiquariato
Una buona idea
Costruire
Io / Vento d’estate
Offeso
Lasciarsi un giorno a Roma
BIS
Facciamo finta
Mela
Capelli
Lontano da me

Daniele Lovito

Written by: Redazione

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